StartUp in the Net: Prometheus

Prometheus

Prometeo fu un grande innovatore perché portò il fuoco agli uomini, ma fu anche il primo esempio di rigenerazione tissutale, visto che il fegato che ogni giorno l’aquila gli rodeva perennemente ricresceva di notte.

Non poteva che chiamarsi Prometheus la startup che realizza tessuti umani in 3D nata un anno fa a seguito delle intuizioni dei tre biotecnologi Riccardo Della Ragione, Alice Michelangeli e Valentina Menozzi a cui si è aggiunto l’esperto di business e finanza Daniele Ferrari.

La tecnologia chiave di Prometheus è una Bioprinter 3D che, rispetto a quelle esistenti, fonde i principi dell’ingegneria con quelli della biotecnologia e garantisce un’elevata vitalità delle cellule preservandone tutte le caratteristiche e le funzionalità.

Gli studi compiuti attorno alla stampante 3D applicata ai tessuti hanno portato alla realizzazione del primo prodotto di Prometheus, Ematik, un sistema innovativo per la cura delle ferite che sarà messo in commercio a partire da febbraio 2019, per il momento nel circuito del mercato veterinario.

Ematik permette di ottenere in soli 40 minuti un patch, quindi una sorta di cerotto, che aderisce molto bene alla superficie sulla quale viene applicato e ha tra i vantaggi quello di essere suturabile sulla ferita” spiega Valentina Menozzi “il sistema consiste di una macchina e di un kit: si inserisce nella macchina il sangue del paziente per ottenere un derivato ematico che, combinato con uno speciale biopolimero contenuto all'interno del kit monouso, restituisce il patch pronto per l’applicazione”.

Al momento Ematik è stato testato su cavalli, cani e gatti con grande soddisfazione del padrone dell'animale e del veterinario. “Le ferite guariscono più velocemente, non si formano cicatrici e si registra anche la ricrescita del pelo originale dell'animale” sottolinea la biotecnologa “inoltre il medicamento naturalmente antimicrobico permette di ridurre l'utilizzo di antibiotici locali durante il trattamento della ferita”.

Il progetto è nato a Parma dove i ragazzi (età media 26/27 anni) erano lì per studiare. Quando l’idea si è fatta più concreta, il team ha partecipato alla Start Cup, competizione che hanno vinto nel 2017. “Ora siamo incubati al TPM-Cube del Tecnopolo di Mirandola nel cuore del distretto biomedicale grazie al bando promosso da Democenter” dice la startupper “lo scorso 17 novembre abbiamo festeggiato nel nostro nuovo spazio il nostro primo anno di attività”. Prometheus in questi mesi ha ottenuto una serie di successi che hanno premiato la determinazione e l’impegno del team. Dopo la Start Cup, grazie al Mindset Program promosso da Aster, hanno avuto l’opportunità di andare in Silicon Valley, là dove un progetto come il loro diventa davvero una grande impresa. “Quella esperienza ci ha insegnato a pensare in grande” racconta Valentina “anche se il tasso di fallimento delle startup è alto, è anche vero che molti ce la fanno”.

Nell’agenda di Prometheus per i prossimi mesi ci sono i clinical trial per valutare l’applicazione di Ematik sull’uomo per curare le ferite dovute alle piaghe da decubito e le ulcere come quelle da piede diabetico.

E poi c’è da pensare in grande. “Stiamo pianificando anche altri progetti di ricerca e sviluppo basati sulla nostra Bioprinter per realizzare tessuti umani tridimensionali per l'applicazione sull'uomo sia nel campo della medicina rigenerativa sia come strumenti per testare nuovi farmaci nella fase preclinica” anticipa la co-founder di Prometheus “inoltre si stanno cominciando a studiare i tessuti tridimensionali stampati per i trapianti: è una grande sfida ma vogliamo andare avanti negli anni per arrivare anche noi a quel traguardo”.

Per informazioni contattare info@ematik.it.

Autore: Giorgia Olivieri

 

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