Nascono le PMI innovative per agevolare chi in Italia fa innovazione nelle imprese

Una check-list per verificare il possesso dei requisiti e un modello per autocertificarli, una guida per gli adempimenti al registro delle imprese, un tutorial sull’utilizzo del software per l’iscrizione alla nuova sezione speciale del Registro imprese e una parte con i dati statistici. Sono queste le principali novità contenute nel neonato portale dedicato alle Pmi innovative, la nuova categoria di aziende che fanno innovazione, così come previsto dal decreto legge Investment Compact.

Le caratteristiche della PMI innovativa:

  • Deve essere società di capitali costituita (anche in forma cooperativa)
  • Non deve essere quotata, ma può quotarsi su una piattaforma multilaterale di negoziazione
  • Residente in Italia o in Paese Ue ma con sede o filiale in Italia
  • Non ci sono delimitazioni temporali, ma dev'essere in possesso di almeno un bilancio certificato, quindi non si applica a società nuove
  • Dimensione: Pmi ai sensi della raccomandazione 2003/361/CE (meno di 250 dipendenti e fatturato annuo inferiore a 50 milioni/attivo dello stato patrimoniale inferiore a 43 milioni)
  • Almeno 2 su 3 di:
    • 3% del maggiore tra costi e valore totale della produzione riguarda attività di ricerca e sviluppo
    • Team formato per 1/3 da personale in possesso di laurea magistrale; oppure per 1/5 da dottorandi, dottori di ricerca o laureati con 3 anni di esperienza in attività di ricerca certificata
    • Depositaria o licenziataria di privativa industriale, oppure titolare di software registrato

I prossimi passi: più informazioni pubbliche sui requisiti

Partendo dalla sezione dedicata ai dati, l’obiettivo entro il prossimo mese è quello di «rendere ancora più descrittivo e capillare il registro delle startup innovative, in un’ottica di open data», dice Mattia Corbetta della segreteria tecnica del Mise, aStartupitalia. Come? Vediamo in maniera pratica quali saranno i prossimi passi del Mise. Ad esempio, nella compilazione del modulo di autocertificazione è previsto che venga messa una crocetta su almeno due dei tre requisiti richiesti per le Pmi e su uno dei tre per le startup (1) volume di spesa in ricerca, sviluppo e innovazionealmeno al 3% dei costi totali annui per le Pmi e al 15% per le startup, 2) impiego dipersonale qualificato, ossia due terzi laureati per le startup e un terzo per le Pmi 3) titolarità di brevetti o software).

Bene, il possesso di questi requisiti sarà visibile anche nei file excel relativi alla startup o Pmi registrata, aggiungendo una nuova colonna di dati relativa appunto ai tre quesiti alternativi.  In questo modo si darà agli investitori interessati la possibilità di individuare più rapidamente quali imprese sviluppano tecnologie protette da brevetti, oppure chi ha fra i propri dipendenti persone altamente specializzate e chi no. Questo aumento di trasparenza «può anche essere utile per stimolare un controllo diffuso sulle startup», ha aggiunto Corbetta, «e se viene data evidenza pubblica a queste informazioni, saranno disincentivate forzature sulle autocertificazioni, visto che tutti potranno avere un accesso facilitato alle dichiarazioni».

Il modulo per passare da startup a Pmi innovative

Il ministero sta lavorando anche a un meccanismo semplificato e veloce per la trasformazione delle startup in Pmi innovative, in pratica si pensa a «un unico modulo con cui posso cancellarmi dal registro startup e al contempo iscrivermi a quello Pmi innovative”, ha spiegato Corbetta aggiungendo che in questo modo per il passaggio dall’uno all’altro registro non si dovranno fare due adempimenti, ma solo uno. Un’unica mossa grazie alla quale se si sta beneficiando di un vantaggio tipico di una startup, ma previsto anche per una Pmi innovativa, si può continuare a farlo senza pause. «Una semplificazione piccola, ma bella perché permette ad esempio di quotarsi all’Aim (la piattaforma multilaterale di negoziazione, a cui le Pmi innovative possono accedere, mentre le startup no) senza che per gli investitori decada il diritto all’incentivo fiscale sull’investimento».

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