ING e le startup: un fondo di venture capital e oltre 130 partnership in tutto il mondo

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La spinta decisiva verso la digitalizzazione dei servizi finanziari può arrivare dalle startup. I principali istituti di credito lo hanno capito da un po’, e la percezione secondo cui le giovani imprese innovative potranno giocare un ruolo strategico nella partita della digital transformation bancaria si fa sempre più concreta. Non a caso, crescono le iniziative pensate per mettere in stretta relazione gli “incumbent” del settore (le banche) con le “nuove leve” (le startup). In questa direzione si muove una delle più recenti iniziative messe in atto da ING: il colosso olandese del credito, a fine 2017, ha lanciato ING Ventures, un fondo di corporate venture capital, con una dotazione iniziale di 300 milioni di euro, che punta a investire e creare partnership con fintech dei Paesi in cui la banca opera.

Il veicolo d’investimento della banca della zucca, che da qui a quattro anni punta ad aumentare la sua dotazione, ha l’obiettivo di ricercare soluzioni esterne capaci di contribuire a generare una customer experience distintiva per i propri clienti. Oltre le startup del programma di accelerazione di ING, che necessitano di investimenti per lo sviluppo del prodotto e l’espansione del team (seed stage); i radar del fondo saranno indirizzati verso quelle realtà in grado di sviluppare una tecnologia collaudata, un modello di business convalidato e sono alla ricerca di finanziamenti per ampliare la propria attività (late stage).

In occasione del lancio del fondo, Benoit Legrand Global Head of Fintech del gruppo ha dichiarato: «ING è stata molto attiva nello sviluppo di partnership strategiche e investimenti nelle fintech, aziende che aiutano a responsabilizzare i nostri clienti e ad essere un passo avanti sia nella vita che nel business. Considerati i repentini cambiamenti che avvengono sul mercato, dobbiamo essere sempre in grado giocare d’anticipo. Grazie a questo fondo ING punta a utilizzare la rivoluzione digitale come un’opportunità di crescita, nell’ottica di diventare piattaforma finanziaria di riferimento e connettersi, poi, con le altre piattaforme».

Ad oggi sono 139 le partnership che ING ha attivato con fintech di tutto il mondo. Eccone alcune: in Germania ha lanciato un progetto pilota di wealth management innovativo, rivolto ai clienti tedeschi, con la startup di robo-advisory Scalable Capital; in Spagna ha scommesso su Fintonic, startup che aggrega le transazioni effettuate con diverse banche all’interno di una sola applicazione; mentre con Yolt, startup che ha sviluppato una piattaforma di money management, il gruppo è di fatto rientrato nel mercato del Regno Unito. A queste si aggiunge anche la partecipazione a R3 il più grande consorzio di banche che punta sulla tecnologia blockchain.

Ma la collaborazione più significativa tra ING e una startup resta senza dubbio quella con Kabbage. Insieme alla società americana, leader nella realizzazione di piattaforme tecnologiche per l’erogazione di prestiti istantanei alle pmi, la banca olandese ha realizzato “Prestito Arancio Business” un servizio di instant lending (prestito veloce online), pensato per rispondere alle esigenze delle piccole e medie imprese. Inizialmente disponibile in Francia e Spagna, Prestito Arancio Business di recente è stato lanciato anche sul mercato italiano. Di cosa si tratta? È una soluzione di prestito innovativa, che offre la possibilità di richiedere capitali fino a 100mila euro, tramite una procedura completamente paperless, e che garantisce una risposta sulla valutazione creditizia in soli 10 minuti.

Ma come è possibile accordare un prestito in pochi minuti? «È possibile farlo cogliendo le opportunità che l’evoluzione digitale ci offre oggi. Inclusa la parternship con le fintech». Ha spiegato Marco Bragadin, CEO di ING Italia, in una recente intervista rilasciata a EconomyUp. «È ciò che abbiamo fatto in ING, lanciando anche in Italia “Prestito Arancio Business”, il primo instant lending per le PMI 100% digitale. Il digitale per le banche è come l’ossigeno per tutti noi. Al tempo stesso, però, le partnership con le fintech sono estremamente rilevanti per innovare i servizi bancari: da una parte sono per noi fonte di apprendimento (agility, creativity, entrepreneurship), dall’altra possiamo offrire loro un brand molto forte, un’ampia base clienti, expertise finanziaria e il capitale di cui hanno bisogno».

 

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