Inner.Me aiuta a disegnare il proprio percorso

Inner.Me

Ha inventato e fondato Inner.Me, la prima human-centered app, che accompagna i suoi utenti in un viaggio per conoscere meglio se stessi e i propri talenti: lei è Daniela Dubla, 37enne di Bologna. “L’applicazione mobile - spiega - è dotata di questionari di auto-valutazione, principi di mindfulness e strumenti di life-coaching; un’esperienza unica per sviluppare consapevolezza di sé e rendere più efficaci i propri processi decisionali. Inner.Me - continua - trova la sua prima utilità in ambito HR, come personal development tool rivolto a tutte le risorse aziendali e fruibile in modo autonomo ed emotivamente coinvolgente sul proprio cellullare”.

L’idea di Inner.Me è nata un paio di anni fa, in seguito a un percorso di crescita personale, che ha visto quale protagonista la stessa Dubla: “Volevo realizzare un qualcosa che prendendo spunto dalla mia esperienza personale - racconta - desse anche ad altre persone la possibilità di diventare consapevoli della propria unicità e di darle espressione. Quest’idea si è poi trasformata in un progetto di business, in cui hanno creduto altri operatori del settore, come Aster, che ci ha accolto all’interno del suo percorso di accelerazione, “Le serre di Aster”, e ci ha permesso, grazie alla rete di competenze in cui ci ha immerso, di trasformare quel progetto in una startup innovativa”.

All’interno dell’applicazione sono somministrati dei questionari psico-sociali e sulla base dei risultati emersi grazie agli algoritmi di calcolo del software sono assegnati, in modo automatico e a scadenze predefinite, contenuti da leggere e attività da eseguire. “Grazie a una collaborazione con il Dipartimento di Psicologia delle Organizzazioni dell’Università di Bologna abbiamo disegnato il percorso dell’utente dentro l’app - afferma Dubla -, ispirandoci ad alcuni studi provenienti dalla ricerca scientifica internazionale. Investire nello sviluppo umano delle risorse porta benefici non solo nella vita delle singole persone, ma anche nell’economia delle aziende, sotto forma di un maggiore engagement e involvement dei propri lavoratori, fattori che contribuiscono a migliorare la produttività complessiva dell’impresa e la sua crescita”.

Per dare luce al progetto, non sono chiaramente mancate le difficoltà. “Siamo partiti da zero - testimonia la fondatrice -, poiché non c’era nulla di simile sul mercato. La sfida più entusiasmante è stata proprio disegnare, immaginare e creare il progetto. Tutto con le nostre mani, sporcandocele e mettendole in pasta ovunque. Fare impresa è un’avventura incredibile, tutto è ignoto, perché sta a te crearlo. E’ una giostra in cui si alternano momenti di gioia ad attimi di sconforto e l’unica cosa che ti dà la forza di andare avanti, tenendoti lì ogni giorno è la tua motivazione a realizzare quella visione”.

Importante in questo percorso è stata anche l’esperienza nella Silicon Valley, attraverso il presidio permanente della regione Emilia Romagna, a San Francisco. “Un vero e proprio ponte tra attori economici internazionali - dice Dubla - e conclusa l’esperienza sono tornata a casa con un grandissimo orgoglio italiano e tanta voglia di lavorare per il nostro ecosistema”. E proprio su questo comune sentire è stata poi fondata Mindsetter, una startup community che ha lo scopo di restituire la mentalità, appresa oltreoceano, di una cultura imprenditoriale dinamica, internazionale e aperta. “Al ritorno da questo percorso di formazione in Silicon Valley - prosegue Dubla -, nell’autunno 2017, assieme ad altri innovatori che avevano partecipato alla stessa esperienza, abbiamo fondato questa realtà, un network oggi di oltre 40 startup innovative, che si avvale della collaborazione di partner istituzionali e di aziende consolidate del territorio, che cooperano per rendere l’Emilia Romagna uno dei principali Startup-Hub d’Europa”.

 

Ti potrebbe interessare anche:

Ti potrebbe interessare anche: