Startup in the Net 2022 - Intervista a MeteoSales

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La rubrica Startup in the Net raccoglie una serie di interviste realizzate a startup innovative iscritte a EmiliaRomagnaStartUp e che ART-ER segue nel loro percorso di sviluppo e crescita.


Vendere di più sfruttando le previsioni del tempo. È questa la soluzione per l’e-commerce pensata da MeteoSales, la startup fondata a fine 2021 da Leandro De Aguiar e Paolo Franceschini con una forte propensione all’internazionalizzazione. Un progetto con base a Gatteo Mare, in provincia di Forlì Cesena, cresciuto velocemente anche grazie a iniziative come il Mindset Program in Silicon Valley: De Aguiar è volato in California per ben due volte per carpire ogni segreto del fare impresa con un occhio rivolto al mercato estero.

 «La visita in Silicon Valley è stata la chiave di volta per far crescere il nostro business» dice l’imprenditore che ha all’attivo due startup «un’opportunità unica che ci ha cambiato radicalmente il mindset, consentendoci di risparmiare molto tempo velocizzando i processi».

Reduce da numerosi viaggi all’estero per partecipare a fiere ed eventi rivolti alle startup con la collaborazione di ART-ER, Leandro De Aguiar ci racconta i dettagli della sua esperienza.

De Aguiar, di che cosa si occupa MeteoSales?

Prima di parlare di MeteoSales occorre fare una premessa. Paolo ed io nel 2018 abbiamo fondato una startup chiamata ComCart specializzata nel campo dell’e-commerce che va tuttora molto bene. Essendo in questo mercato, ci siamo accorti che i nostri clienti avevano difficoltà nella profilazione delle persone che compravano nei loro shop on line dal momento che era cambiata la normativa sulla privacy. Il Regolamento generale sulla protezione dei dati, quello comunemente conosciuto come GDPR, toglie i cookie di terze parti, quelli per intenderci che tutti detestano perché «rubano» le informazioni degli utenti. Era nata pertanto l’esigenza di creare nuovi data set models, sarebbe a dire dei modelli di profilazione e tracciabilità che non andassero a invadere la privacy di chi visitava i siti.

Cosa avete escogitato per soddisfare le richieste dei vostri clienti?

L’unico modo di profilare le persone senza intaccare la privacy è utilizzare i dati che le persone lasciano dopo aver compiuto l’acquisto, come il giorno, l’ora e il punto di consegna: sono tutte informazioni che per noi sono oro e anche per gli e-commerce che sono i nostri clienti.

In che modo usate informazioni così generiche per profilare i clienti?

Ci sono quattro settori verticali in cui si ripetono le abitudini di acquisto in maniera inconscia. Sono il Food, il Personal Care, l’Automotive e il Fashion. Faccio un esempio pratico: una persona usa lo stesso tipo di make up waterproof quando piove, uno shampoo diverso a seconda che ci sia il vento o il sole oppure una crema abbronzante quando è caldo ed è tempo di andare in vacanza. Queste sono informazioni personali che identificano il cliente. Grazie a una tecnologia di Intelligenza Artificiale che sfrutta sei algoritmi sviluppati da noi, siamo in grado di leggere i buying behaviour delle persone che fanno i loro acquisti su determinati siti di e-commerce incrociando le informazioni legate al meteo. Nei quattro verticali che ho citato prima questo modello funziona molto bene. Se io sono in grado di prevedere che tipo di acquisto farai a seconda del tempo che fa, posso mandare delle pubblicità targettizzate su di te, offrendoti sconti e promozioni pensate ad hoc. Detta come va detta, il nostro non è uno strumento per fidelizzare il cliente: la nostra è una soluzione che aiuta a vendere di più rispettando la normativa vigente.

 L’idea è nata in seno a ComCart ma MeteoSales è una startup differente. Ci spiega perché?

Paolo ed io abbiamo fondato MeteoSales perché una struttura più snella ci permetteva di avere più opportunità. Una delle differenze principali è che con ComCart offriamo sia un prodotto che un servizio di consulenza mentre MeteoSales è un prodotto che le aziende di e-commerce possono acquistare.

Qual è stata la prima opportunità che avete colto con MeteoSales?

Abbiamo partecipato a una call del Venture Incubator dpixel ottenendo un round di investimento pre-seed di 65mila euro che ci sono serviti per finire di sviluppare il prodotto e lanciarlo sul mercato. E poi ho avuto modo di partecipare al Mindset Program per la seconda volta: ero già stato in Silicon Valley come founder di ComCart.

Ci può raccontare questa duplice esperienza?

Abbiamo scoperto il programma partecipando a un’iniziativa di ART-ER in Romagna. Da quel momento siamo entrati nel network e abbiamo colto tutte le opportunità che ci sono state offerte e di questo sono molto grato. La visita in Silicon Valley ci ha davvero cambiato il mindset: quando sono tornato abbiamo messo mano al business plan ampliando la nostra strategia di mercato. Basti pensare che nel giro di meno di tre anni siamo passati da un team iniziale composto dai due fondatori e un collaboratore a una squadra di 16 persone.

Quando è uscito il nuovo bando vi siete subito candidati con MeteoSales?

Visto come era andata con ComCart non ci abbiamo pensato un attimo. Innanzitutto ciò che avevamo appreso nel primo programma ci ha permesso di non perdere tempo quando abbiamo lanciato la seconda startup: i trucchi per un buon business plan li avevamo oramai appresi. Quando ci siamo candidati con MeteoSales avevamo un’altra necessità: volevamo capire come internazionalizzare il nostro business il più velocemente possibile, come trovare nuovi clienti e investitori internazionali. E anche stavolta non siamo stati delusi nelle nostre aspettative, anzi! Grazie ad ART-ER siamo stati selezionati per partecipare ad altri importantissimi eventi del mondo digitale, tutti nel mese di novembre. Non siamo solo stati a San Francisco con il Mindset Program ma anche al Web Summit a Lisbona, a Helsinky per Slush e al Forum Canada-Italia sull’IA a Montreal. Opportunità, queste ultime, che ci hanno permesso anche di migliorare ancora di più il nostro prodotto.

Quanti tavoli aperti ha MeteoSales dopo la partecipazione a questi eventi?

Stiamo dialogando con una dozzina di aziende e stiamo sviluppando alcuni proof of concept per i vari potenziali clienti. Questo per noi è molto utile perché grazie ai feedback che riceviamo possiamo migliorare il nostro prodotto. All’attivo adesso abbiamo 127 clienti e speriamo presto di chiudere con le realtà del mercato estero.

Sul fronte degli investimenti invece come sta andando?

Possiamo dire altrettanto bene. Siamo in fundraising adesso. C’è l’interesse di Venture Capital e di Corporate Venture Capital, alcuni in Europa e altri negli Stati Uniti. Il nostro obiettivo è raccogliere entro marzo 2023 1.2 milioni di euro per internazionalizzare e per sviluppare ulteriormente il prodotto. Vogliamo lanciare MeteoSales nel mercato del Nord America. Dobbiamo ancora decidere se negli Stati Uniti o in Canada.

Quindi è questo il vostro progetto per il futuro?

Sì, lo faremo entro il prossimo anno. Inizieremo sviluppando la parte commerciale perché non possiamo pretendere di andare a sgomitare in un mercato che non conosciamo. Decideremo in un secondo momento se uno di noi si dovrà trasferire là o se possiamo affidarci a persone del posto. Avremo modo di sfruttare tutte le conoscenze acquisite grazie al Mindset Program che sono state molto preziose.

Da startupper seriale, che consiglio darebbe a chi si vuole cimentare nella stessa impresa?

Quello che dico sempre a tutti è: non vince chi picchia più forte ma quello che rimane in piedi. Non bisogna mollare mai: resilienza è la parola d’ordine di chi vuole iniziare questa avventura.


Tutte le interviste realizzate per la rubrica Startup in the Net sono disponibili a questo link.

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