Startup in the Net 2022 - Intervista a Neurality

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La rubrica Startup in the Net raccoglie una serie di interviste realizzate a startup innovative iscritte a EmiliaRomagnaStartUp e che ART-ER segue nel loro percorso di sviluppo e crescita.


«Anche se è passato qualche anno, la nostra tecnologia ci stupisce come se fosse magia». Lo racconta sorridendo Marco Pari, co-fondatore insieme a Michele Moretti di Neurality, la startup che propone una soluzione per rendere automatiche le ispezioni visuali che avvengono nella catena produttiva, presentata alla tappa dello SMAU di Berlino con il supporto della Regione Emilia-Romagna e di ART-ER. 

Un progetto che nasce nel 2018 dalla curiosità e dalla voglia di mettersi in gioco di due amici che, conosciutisi sul campo di pallavolo, hanno deciso di scommettere sull’intelligenza artificiale mettendo insieme le loro competenze diverse: Pari è ingegnere informatico mentre Moretti è architetto. 

Pari, ci spiega cosa fa Neurality?

Le aziende manifatturiere, anche quelle altamente automatizzate, hanno in comune un collo di bottiglia che ancora ad oggi è al 90% mitigato in maniera manuale: il controllo qualità. Questo porta a rallentamenti della linea produttiva, standard di prodotto variabili, ed errori evitabili.

Neurality rivoluziona questo processo rendendolo semplice ed efficace per qualunque operatore. Con una comune telecamera, e la potenza della nostra intelligenza artificiale, l’operatore scansiona alcuni prodotti conformi e con un semplice tasto insegna al sistema lo standard di qualità da mantenere. Dopo 1 minuto di autoconfigurazione, il sistema comincia in autonomia a segnalare qualunque tipo di anomalia in tempo reale, segnalando prodotti o materiali non conformi. Di solito i nostri competitor si concentrano sui difetti, noi invece abbiamo ribaltato il punto di vista. Il nostro prodotto impara dagli esempi identificando lo standard da seguire attraverso semplici immagini.

Stiamo applicando il nostro prodotto su macchinari di produzione, linee produttive di materiali e prodotti finiti in maniera orizzontale, dai pomodori al legno, dai tessuti ai metalli.

Come avete iniziato?

La curiosità ci ha fatto cominciare a esplorare delle tecniche che anche a livello universitario erano appena accennate. Quando studiavo io, Intelligenza artificiale era un corso da sei crediti formativi. Quando Neurality ancora non esisteva, attraverso conoscenze, abbiamo ricevuto una prima commissione. Un'azienda che vende kit per intolleranze alimentari, aveva un problema: doveva trovare il modo di snellire le diagnosi che andavano effettuate ad occhio mettendo il vetrino sotto il microscopio. Un compito molto ripetitivo che poteva presentare un alto margine di errore umano. Grazie all’intelligenza artificiale, abbiamo costruito un servizio basato sull’immagine del campione di sangue corretto e, applicando questo modello, abbiamo trasformato l'analisi di intolleranza alimentare di un paziente da 8 ore di lavoro a 3 minuti. Possiamo dire che Neurality nasce per risolvere un problema.

Quando vi siete messi in impresa?

A novembre del 2018, per affrontare questa esperienza, ci siamo costituiti ma di fatto il lancio è avvenuto nel 2020. La soluzione funzionava ma era ancora molto embrionale, andava messa a posto per le reali esigenze del mercato. Nel frattempo seguivamo progetti di consulenza sempre sull’Intelligenza artificiale che ci sono serviti per capire se il nostro approccio era corretto o se si trattava di andare a prendere le mosche con un bazooka. Noi paghiamo lo scotto di utilizzare una tecnologia che è sulla bocca di tutti quindi la nostra soluzione non doveva solo funzionare ma anche essere compresa dalle persone a cui andavamo a proporci. Grazie al feedback delle aziende con cui abbiamo collaborato abbiamo capito che eravamo pronti anche se tutto questo è avvenuto durante la pandemia.

Quanto ha inciso il delicato momento storico sul lancio di Neurality?

In quanto startup abbiamo saputo bene come adattarci alla situazione e per fortuna abbiamo una struttura abbastanza snella: siamo noi co-fondatori e ci affidiamo a consulenti esterni quando ce n’è bisogno in casi particolari. Effettivamente i budget delle aziende sul fronte dell’innovazione erano contratti e non tutti hanno potuto investire ma noi abbiamo avuto ottimi riscontri e la nostra crescita non è rallentata. Questo ci ha dato molta fiducia nel futuro e voglia di crescere.

Quale è stato il vostro ingrediente segreto?

Faccio un esempio. Tra i mercati che noi attacchiamo c’è quello delle moda. Un settore che come sappiamo ha subito un elevatissimo crollo del fatturato senza risparmiare nessuno. Nonostante questo, siamo riusciti a partire con dei proof of concept e dei progetti-pilota con realtà anche molto importanti che sono rimasti positivamente impressionati dai risultati raggiunti e ci hanno commissionato ulteriori lavori in linea produttiva. Una volta implementati, i nostri progetti mediamente hanno un ritorno sull’investimento che si attesta sui quattro mesi. Il nostro modello di business richiede una piccola fee per l’implementazione che riguarda la parte di personalizzazione su una linea produttiva specifica e poi c’è un canone annuo che è l’80% inferiore rispetto al costo che sostengono di solito le aziende per effettuare la stessa operazione. Con questi dati si capisce che il risparmio con Neurality è netto.

Voi avete partecipato alla SMAU di Berlino. Come è andata?

La preparazione è stata impegnativa perché volevamo far capire le potenzialità della nostra soluzione. Confesso che ci fa ancora impressione vedere lavorare una tecnologia in maniera così precisa nonostante la sua complessità. Per questo ci siamo presentati con una demo puntando molto all’effetto wow.

In che cosa consiste l’effetto wow?

Sapevamo che in fiera avremmo potuto  incontrare grandi player del settore farmaceutico, un’occasione unica. Abbiamo presentato una demo che, in tutta onestà, non era ancora stata testata in ambito farmaceutico: consisteva in una telecamera in grado di riconoscere i prodotti che presentavano delle non conformità. Con questo setup avevamo già ottimi risultati nell’analisi del legno, del tessuto e dei pomodori. Nel caso specifico, abbiamo acquistato in una farmacia un blister di medicinali, ci siamo messi a scansionarli e a rompere qualche pillola dal vivo. La nostra tecnologia è in grado di riconoscere il prodotto che ha una macchia, una crepa o che è danneggiato. Noi abbiamo mostrato live che l’apprendimento può avvenire in pochi secondi davanti agli occhi del nostro interlocutore: non c’è trucco, non c’è inganno. Ecco cos’è l’effetto wow.

Una vera e propria magia.

Noi abbiamo bisogno di questo perché essendo una tecnologia orizzontale, bisogna capire quali sono gli ambiti di applicazione. Con una presentazione di questo genere, riusciamo a trasmettere la potenzialità di Neurality: chi vede come funziona dal vivo capisce e ci sottopone il problema che un’azienda deve risolvere. Poi ci mettiamo attorno a un tavolo e vediamo davvero se il nostro know how riesce a trasformare quel wow in un'applicazione funzionante che fa risparmiare tempo e denaro.

Avete stretto contatti interessanti?

In queste situazioni partiamo con l’ottica di cercare corporate per aumentare il portfolio clienti, invece Berlino si è dimostrata un mercato molto attento sul fronte degli investitori che vanno alla ricerca di innovazione.

Insomma, un caso di serendipità: cercavate clienti, avete trovato un investitore.

Effettivamente abbiamo trovato più investitori che clienti e con uno in particolare stiamo dialogando. Ma abbiamo conosciuto anche aziende che ci hanno proposto sfide molto interessanti. Vedremo.

Come valutate questa esperienza?

Ottima, ci ha dato molto di più di quello che ci aspettavamo. Non abbiamo mai avuto un minuto libero, abbiamo conosciuto tantissime persone e la nostra tecnologia è stata molto apprezzata. E non si è trattato solo di strette di mano: alcuni rapporti stanno cominciando ora a dare i primi frutti.


Tutte le interviste realizzate per la rubrica Startup in the Net sono disponibili a questo link.

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