
La startup innovativa Agromet racconta il progetto POLICE durante il workshop organizzato il 22 settembre alla Gabbia del Leone alle Serre dei Giardini Margherita.
Scarica il programma del workshop e segui la diretta in streaming.
Cos'è il progetto POLICE?
«Furti idrici», il satellite fotografa chi sgarra in Emilia
Un algoritmo legge i dati di Nasa ed Esa e individua chi irriga troppo i campi
I prelievi d’acqua eccessivi non riguardano solo il lago di Bracciano, arrivato sotto il livello di guardia. Il problema coinvolge anche le nostre campagne e, quando la siccità è prolungata come in questa estate 2017, non fa che aggravare lo stato di calamità.
A scoprire l’esistenza dei «furti idrici» anche lungo la via Emilia è il progetto Pathfinder «Police (Processing satellite Observation to Locate Illegal Crop water Exploitation)», supportato dalla comunità Climate-Kic e di cui è a capo la startup Agromet, assieme ad Arpae, all’Università di Valencia e all’azienda modenese Meeo, specializzata in tecnologie di georeferenziazione.
Il programma, per ora in fase sperimentale, è partito solo ad aprile, ma sta già dando i primi risultati e restituisce una fotografia ben composita della criticità idrica. A giudicare dai primi elementi studiati non mancano ad esempio agricoltori di manica larga a cui piace annaffiare i propri campi oltre il limite consentito. A scapito di altri colleghi e di tutto il settore, già provato da temperature a dir poco tropicali. A partire dalla stagione irrigua 2016 l’ingegner Luca Sapia, in collaborazione con il servizio meteo di Arpae e il Consorzio di Bonifica della Romagna, ha messo a punto un sistema basato su dati meteorologici di Arpae e dati satellitari ad accesso libero Sentinel-2 (Esa) e Landsat-7/8 (Nasa), e le autorizzazioni concesse dai quattro consorzi di bonifica aderenti all’iniziativa: Renana, Romagna, Romagna Occidentale e Pianura di Ferrara. Grazie dunque al software, chiamato LET, si riescono a individuare quali campi sono irrigati e quali no su scala giornaliera, rilevando così eventuali frodi sulle licenze accordate dai consorzi.
«Police» è stato avviato oltre che nella nostra regione anche nelle campagne di Valencia, di qui la collaborazione con l’ateneo spagnolo. «Stiamo costruendo una prima parte del servizio che andrà incontro a ulteriori miglioramenti», spiega Federico Carboni, ceo di Agromet. «L’obiettivo è brevettare un sistema che possa andare sul mercato e sia acquistabile dagli enti di gestione dell’acqua-. Vi è già una richiesta molto alta di monitoraggi dei livelli degli invasi, quando non di sorveglianza. A Chieti — aggiunge Carbone — la multiutility locale spedisce alcuni dipendenti a controllare i bacini per cogliere in flagrante i ladri d’acqua, in fondo basta una pompa».
Agromet è una startup incubata nelle Serre dei Giardini Margherita: assieme a Carboni in azienda ci sono i fisici dell’atmosfera Antonio Volta e Michela Giusti; e gli agronomi Cesare Govoni e Giulia Villani. Insieme si occupano di stilare previsioni meteorologiche con annessa stima dei consumi e stime di resa delle coltivazioni.