Enea Tech, arriva il compromesso

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Green, deep tech e IT oltre al biomedicale e aumentano le risorse

A neppure un anno dal lancio il fondo per il trasferimento tecnologico della Fondazione Enea Tech, si era entrati in una situazione di stallo con un cambio di nome e obiettivi, che aveva suscitato parecchie preoccupazioni tra i fouder, le associazioni di settore, gli esperti di innovazione. Ora, nel Sostegni bis è stata approvata una norma, frutto della trattativa con il ministero dello Sviluppo economico, che riforma l’emendamento Patuanelli, che invece voleva ripristinare le funzioni della Fondazione come struttura a supporto dello sviluppo delle startup, non solo nel settore biomedicale. Enea Tech, infatti era diventata Enea BioMedical Tech: il forte accento su ricerca e riconversione biomedicale era ripreso non solo nel nome ma anche nella distribuzione dei capitali poichè era stabilito che a quel settore sarebbero andati almeno 200 dei 500 milioni di dotazione iniziale.

Ora la nuova norma prevede la trasformazione del soggetto in “Enea Tech e Biomedical”, in grado di occuparsi anche di “potenziamento della ricerca, sviluppo e riconversione industriale del settore biomedicale verso la produzione di nuovi farmaci e vaccini”. Saranno esplicitamente destinati 250 milioni ai settori dell’economia verde e circolare, dell’IT, dell’agri-tech e del deep tech. Si prevedono ulteriori 400 milioni (di risorse esistenti) per il settore biomedicale.
Il cda – quello attuale verrà azzerato – sarà composto da 5 membri: due nomine dal Mise, una da Enea, una dal ministero dell’Istruzione e Università e una dal ministero della Salute.

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