Startup in the Net 2023 - Intervista a Genius4u

Startup in the Net 2023 - Intervista a Genius4u

La rubrica Startup in the Net raccoglie una serie di interviste realizzate a startup innovative iscritte a EmiliaRomagnaStartUp e che ART-ER segue nel loro percorso di sviluppo e crescita. Per l'edizione 2023 abbiamo intervistato le startup selezionate dai programmi di accelerazione promossi da CDP Venture Capital Sgr - Fondo Nazionale Innovazione. 


Le ultime ricerche sul tema del welfare aziendale dicono che l’equilibrio tra vita e lavoro è il primo fattore che si valuta quando si deve cambiare impiego. Ce lo spiega Fabio Zini, founder di Genius4U, startup innovativa che ha nel risparmio del tempo e nel benessere della persona il proprio core business.
Una storia cominciata con l’edizione 2018 della StartCup Emilia-Romagna e che ora è a un punto di svolta grazie a Personae, il programma di accelerazione promosso da CDP Venture Capital Sgr rivolto alle startup impegnate nello sviluppo di nuove soluzioni per il welfare legate alla persona, alla comunità e alle aziende. Fabio Zini ci racconta come è andata, a partire da quella mezza giornata di ferie che prese per presentare l’idea al team della StartCup. «In totale incoscienza» come dice lui.

Zini, di cosa si occupa Genius4U?

Siamo una startup che opera nel campo del welfare aziendale. Nello specifico forniamo servizi salvatempo in azienda per i dipendenti che vanno dal ritiro della raccomandata alla posta al corso di yoga, passando per la ricerca di un appartamento o il cambio gomme della macchina. In gergo si parla di «maggiordomo aziendale»: in sostanza forniamo un pacchetto chiavi in mano agendo come aggregatore di servizi. L’obiettivo è quello di regalare tempo alle persone che lavorano con un vantaggio per tutti gli attori coinvolti. Il dipendente è più sereno senza i pensieri dell’organizzazione pratica della propria vita quotidiana e l’azienda ha un ritorno in termini di attrattività e miglioramento del clima generale. C’è anche un aspetto legato alla sostenibilità ambientale. Faccio un esempio pratico: non è più il singolo che va in lavanderia ma è la lavanderia che va in azienda servendo in un colpo solo centinaia di persone. In termini di Co2 si tratta di un bel risparmio.

Come le è venuta l’idea?

Guardando a quello che fanno all’estero. Ho lavorato molti anni in una multinazionale svizzera a Losanna e i servizi di cui parlavo prima erano previsti. Quando sono tornato in Italia invece ho visto che questo era un fronte scoperto. Non che non ci siano progetti di welfare aziendale ma il più delle volte sono di tipo meramente economico come i rimborsi per la sanità, scuola e previdenza. Tutte iniziative utili ma noi cerchiamo di rispondere ai bisogni concreti delle persone.

Quali sono stati i primi passi?

Io non avevo idea di cosa significasse fare startup. Da 15 anni lavoravo come responsabile marketing nel settore del food ma ero stanco di quella vita e a 40 anni avevo voglia di mettermi di nuovo in gioco. Scorrendo i social ho visto che si potevano candidare idee alla Start Cup. Non sapevo ancora di cosa si trattasse ma quando ho visto che c’era un buco libero per me, ho preso mezza giornata di ferie per presentare la mia idea mettendoci un po’ di incoscienza. Sono stato selezionato e il progetto è andato avanti fino ad arrivare in finale. Non siamo arrivati sul podio ma la business plan competition mi ha dato la motivazione per andare avanti: è un’ottima opportunità per capire se da un progetto può nascere o no una startup. E lì io ho pensato che sì, dovevo assolutamente provarci.

Era il 2018. Cosa è successo dopo la Start Cup?

Innanzitutto è cambiato il team. Io mi sono licenziato ma quando è stato il momento di decidere, le altre persone che erano con me hanno pensato di rimanere nelle loro aziende. Sono stato selezionato per un percorso di incubazione a AlmaCube e ho fatto il consulente di marketing per una startup per un anno, anche per fare un po’ di esperienza. Nel frattempo continuavo a lavorare su Genius4U con un ragazzo conosciuto proprio alla Start Cup, Gianluca Masini, un ingegnere gestionale molto in gamba. Insieme abbiamo costituito la società a ottobre 2019. Stava filando tutto liscio finché non è scoppiata la pandemia.

Cosa avete fatto a quel punto?

È stata una bella botta. A inizio 2020 ero in trattativa con moltissime aziende, non riuscivo a stare dietro agli appuntamenti ma all’improvviso tutto si è interrotto. A quel punto ci ha chiamato Up Day, la società che si occupa di buoni pasto che avevo conosciuto a un aperitivo di networking qualche mese prima. Le persone con cui avevo parlato si sono ricordate di noi e volevano coinvolgerci nelle attività che stavano strutturando al Policlinico Sant’Orsola di Bologna per l’iniziativa Più forti insieme realizzata grazie ai fondi raccolti dai cittadini. Abbiamo messo in piedi il servizio di «maggiordomo aziendale» per medici e infermieri in una settimana. È andata bene tanto che oggi Up Day detiene il 12% della società. Non ha solo investito su di noi ma ci ha anche messo a disposizione anche la sua forza vendita.

Che impatto ha avuto il Covid su Genius4U?

Da un lato ho perso il mio socio, Gianluca, perché la situazione era tutt’altro che stabile. E poi ha sicuramente rallentato la parte di business development e di fatturato. Su questo non ho alcun dubbio, due anni li abbiamo persi. Dall’altro lato però abbiamo testato la capacità di lavorare sotto stress e questo ha comportato un’accelerazione sul fronte della digitalizzazione ma il modello di business sostanzialmente è rimasto quello. Insomma, mi sono ritrovato da solo a ripensare di nuovo la startup. In quel momento però condividevo l’ufficio con Michela Rossi a Villa Garagnani, uno spazio che il Comune di Zola Predosa mette a disposizione per le imprese. Anche la sua attività non stava andando avanti a causa del Covid, così è diventata il mio braccio destro. Lei è la project manager che segue tutti i grandi clienti. Il team ha una persona in amministrazione mentre della parte tecnica se ne occupa esternamente un freelance.

A quel punto avete colto un’altra opportunità. Il programma di accelerazione Personae.

Quando abbiamo visto il bando, ci siamo candidati. Noi monitoriamo tutto, social, newsletter e webinar perché spesso troviamo in questi canali delle opportunità interessanti come quelle di cui abbiamo beneficiato, cito Smart Money e Smart & Start Italia. Per quanto riguarda Personae, siamo stati tra i selezionati dopo un colloquio e una presentazione in presenza. Questo ha comportato un investimento iniziale di 100mila euro che stiamo spendendo per le risorse umane e per sviluppare un applicativo più strutturato che ci permetterà di essere scalabili. È un programma di grande qualità: i partner di CDP Venture Capital SGR sono SocialFare-Centro per l’Innovazione Sociale e a|cube. Il percorso di accelerazione è molto impegnativo anche perché va affiancato alla nostra operatività. Abbiamo lezioni e consegne ma dobbiamo farlo al meglio perché sul piatto ci sono tra i 2 e i 300mila euro che ci servirebbero per fare il salto di qualità.

Che tipo di supporto avete avuto da ART-ER?

Potrei definirlo «triplice». Abbiamo cominciato con la Start Cup. Il percorso ci è servito per la formazione ma si è instaurato subito un bel feeling con il team di ART-ER e anche a livello umano è stato uno stimolo a proseguire. Poi abbiamo ricevuto un supporto concreto perché il test del prodotto l’abbiamo fatto proprio ad ART-ER e questo è stato fondamentale: è difficile che una realtà dica «voglio essere la prima». Anche se è passato del tempo, io so che se ho dei dubbi anche pratici posso contattare ART-ER in ogni momento: la rete in cui siamo entrati è un grande valore aggiunto.

Quali sono i progetti per il futuro?

Innanzitutto fare bene il percorso di accelerazione perché l’investimento di 300mila euro ci permetterebbe di raggiungere l’obiettivo scalabilità, una crescita più veloce e ci renderebbe interessanti per i fondi di venture capital. Noi sappiamo che dobbiamo strutturare il team, diventare più forti sul lato commerciale e cominciare a coprire l’aspetto di comunicazione digitale e di marketing automation per lavorare anche sulla soddisfazione del cliente finale, sarebbe a dire il dipendente dell’azienda. Se dobbiamo sognare, vorremmo che Genius4U diventasse il sigillo di un’azienda che mette al primo posto la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Le piace la vita da imprenditore?

A parte il fatto che dormo sempre meno e mi sveglio con delle ansie che non avevo prima, sì. Scherzi a parte mi piace gestire un team e mi piace l’idea di gestire da solo il mio futuro. Alla startup, flessibile per definizione, se vedi che non va si può cambiare direzione quando qualcosa non funziona mentre in azienda non sempre è possibile.

Che consiglio darebbe a chi vuole fare startup?

Che vale la pena provarci e che una volta che uno si butta, è bene rimanere concentrati sull’obiettivo anche se si ricevono un sacco di sberle, soprattutto nella fase iniziale. Sono quelle che ti aiutano a capire se è il caso o no di andare avanti. Bisogna essere tenaci e determinati, non testardi. Un altro consiglio è parlarne con quante più persone possibili: serve a raccogliere i feedback. I riscontri negativi poi sono i più importanti perché di quelli positivi non te fai nulla. Chi fa startup deve capire un concetto fondamentale: la perfezione non esiste, deve esistere il meglio che si può  fare nella situazione in cui si è.

Torniamo alla Start Cup, la competizione che per lei ha rappresentato il lancio. Perché candidarsi?

Perché da soli non si va da nessuna parte. La StartCup ti offre formazione, contatti e opportunità sul territorio. Insomma, tutti gli strumenti per mettere a terra un progetto. Se non sai come farlo, è molto difficile riuscirci in autonomia. Anche con l’idea più forte del mondo.


Tutte le interviste realizzate per la rubrica Startup in the Net sono disponibili a questo link.

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