Startup in the Net 2019 - Intervista a Mixartista

Mixartista

La rubrica Startup in the Net raccoglie una serie di interviste realizzate a startup innovative iscritte a EmiliaRomagnaStartUp e che ART-ER segue nel loro percorso di sviluppo e crescita.


Il cocktail perfetto lo prepara il robot.

Portare innovazione dietro il bancone del bar è la mission di NextIs4Us, la startup fondata nel 2016 da Leonardo Stamati e Dante Daniel Cruz Velasquez. Il prodotto pensato dai due ingegneri meccanici si chiama Mixartista ed è un barman robotico in grado di miscelare gli ingredienti per un drink a regola d’arte.

Ci rivolgiamo a hotel, ristoranti e bar di fascia media che, non avendo un professionista nel loro locale possono così servire cocktail di qualità" spiega Stamati. "Mixartista allo stesso tempo può diventare uno strumento utile per la gestione del bar.

Il funzionamento è semplice: la macchina su cui sono installate 12 bottiglie è programmata per 101 ricette da richiedere attraverso il tablet integrato. Il compito di chi sta al bancone è quello di seguire le istruzioni suggerite (come il tipo di bicchiere e il ghiaccio necessario), attendere che la macchina abbia completato l’operazione e abbellire il cocktail a piacimento.

In questo modo si fidelizza il cliente che sa che in quel posto il Long Island, ad esempio, sarà fatto sempre alla stessa maniera" continua lo startupper. "Inoltre il proprietario del locale può tenere d’occhio i costi contenendo gli sprechi che sono quantificabili in circa un 20% o eventuali dispersioni delle consumazioni. La macchina è in grado di stilare un report che consente al gestore di capire che tipo cosa chiede la sua clientela, cosa migliorare, quanto ha speso ecc.

A chi obietta che manca la magia del barman, Stamati ha la risposta pronta: il barman robotico si occupa della parte più noiosa della mixology, liberando tempo per la relazione con il cliente e la presentazione del cocktail.

Uno chef rimane lo chef anche se nella sua cucina c’è l’abbattitore e il forno" sottolinea "la poesia del piatto non viene messa in discussione”

A far scattare la scintilla è stato un pessimo cocktail sorseggiato in Germania nel bar di un albergo dove in due amici soggiornavano per un viaggio di piacere.

Abbiamo capito subito che quello poteva essere un mercato interessante e abbiamo cominciato a mettere a punto con la stampante 3D la macchina che avevamo in mente" racconta Stamati che con Cruz ha condiviso il percorso universitario all’Università di Bologna. "In questi anni abbiamo realizzato due prototipi, un prodotto preliminare e la macchina che ora commercializziamo: il debutto vero e proprio di Mixartista è stato alla fiera Host che si è tenuta a Milano dal 18 al 22 ottobre.

I co-founder sono soddisfatti di questo primo riscontro con il mercato: l’obiettivo ora è chiudere le vendite e prepararsi al mercato americano nel 2020.

Abbiamo validato il mercato con i catering e le feste private, un modo per testare il prodotto e fare cassa» argomenta l’imprenditore "Mentre sondavamo il mercato, abbiamo brevettato la macchina, siamo stati incubati alle Serre di ART-ER abbiamo ottenuto un finanziamento da parte della Regione Emilia-Romagna per startup innovative e abbiamo trovato dei soci tra cui l’azienda partner con cui produciamo Mixartista”.

Una bella crescita per i due che in meno di tre anni si sono trovati catapultati, da buoni startupper, dal garage in cui ogni weekend si mettevano a fare esperimenti con la stampante 3D agli Stati Uniti, un eldorado di cui Leonardo Stamati conosce già le caratteristiche grazie ai bandi vinti che gli hanno permesso di andare in avanscoperta.

Ho partecipato a un bando di ART-ER per andare in Silicon Valley perché per chi vuole fare questo mestiere è una tappa obbligata" rivela "Sono stato al Plug and Play Tech Center: mi sono scontrato con una realtà frenetica e, anche se mi sentivo piccolo piccolo, ero determinato a imparare il più possibile.

Il proposito era quello di rientrare con un ampio bagaglio di conoscenze da spendere in Italia, ma anche negli stessi Stati Uniti, una buona piazza per Mixartista visto il valore che ha oltreoceano un prodotto made in Italy, al di là delle specifiche della macchina.

Al mio ritorno abbiamo cambiato il pitch, il business model, il target: quel contesto mi ha aiutato a migliorare l’offerta del prodotto che stavamo lanciando sul mercato" specifica Stamati "I tutor e i mentor che ho incontrato mi hanno suggerito di tornare e così ho fatto andando a Chicago grazie al Global Startup Program promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico. In questo secondo viaggio ho avuto modo di costruire una buona rete di contatti che, se tutto va bene, presto sfrutteremo per aprirci al mercato americano" dice il giovane ora ventiseienne. "Non si trattava più di far crescere l'imprenditore Leonardo ma di applicare quello che l'imprenditore Leonardo aveva capito la volta precedente". E si permette di consigliare agli startupper come lui "È un’esperienza che consiglio a tutti perché tempra il carattere: lì ti insegnano che non si deve avere paura di fallire, la vita è una sola è bisogna osare.

I due ingegneri si trovano a proprio agio nei panni degli imprenditori tanto che stanno già pensando ad altri prodotti che andranno a rivoluzionare lo stesso settore di Mixartista ma con applicazioni diverse.

Ci dicono che all’università ci insegnano a sapere e non a saper fare e questo a mio avviso non è necessariamente un male" ci tiene a specificare Stamati "In realtà l'ingegnere è abituato a risolvere tanti problemi e ho affrontato ogni step come se fosse un esame: i miei studi ma anche il nostro percorso con ART-ER mi ha insegnato un metodo e ho capito che, se mi applico, posso far fronte a ogni evenienza che mi si presenta. Non credo si nasca imprenditori" aggiunge "Quando però si inizia a maneggiare la materia, le idee nascono anche grazie al confronto con gli altri startupper: ogni occasione diventa buona per pensare di continuare a fare innovazione”.

 

Scopri di più su NextIs4US ed entra in contatto visitando la loro scheda dedicata nella nostra sezione Startup Associate cliccando sul banner qui sotto.

Se vuoi conoscere le  altre startup intervistate per la rubrica Startup in The Net, dai uno sguardo alla galleria 2019.

 

 

Autore: Giorgia Olivieri, giornalista freelance. Si occupa di creazione di impresa dal 2003 avendo curato progetti di comunicazione per Progetti d'impresa, per BAN Bologna, per la Città Metropolitana di Bologna, per Incredibol e per Almacube. Collabora con Art-ER dal 2017 su vari progetti tra cui StartCup Emilia-Romagna

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