Glossario

Indice:

 

Acceleratore d'impresa

L'acceleratore d'impresa è una struttura di supporto alle start-up. Simile all'incubatore, l'acceleratore supporta le imprese nel passaggio dalla fase di avvio alla fase di consolidamento sul mercato.

Apertura di credito

E’ una concessione di fido bancario entro un limite d’importo definito.

Associazione

L'associazione può essere definita come una comunità organizzata di persone che, con riguardo al fine perseguito, si propone come unitario centro di interessi.
Dal punto di vista tributario, l'associazione è compresa tra gli enti non commerciali, trattandosi di ente diverso dalle società che non ha per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciale. Nell'associazione è determinante l'opera degli associati, finalizzata a perseguire, unitariamente, lo scopo istituzionale. Gli associati operano in comunità e si pongono, di fronte ai terzi, in qualità di unitario centro di interessi.

Nonostante il legislatore abbia chiarito che l’obiettivo dell’associazione non può essere di carattere economico è consentito tuttavia che l’associazione, in via marginale, svolga attività di tipo commerciale, purché finalizzata al raggiungimento dello scopo sociale.

Per approfondire puoi leggere qui la voce completa.

Bootstrapping

Un'impresa nata grazie al "bootstrapping" è stata creata esclusivemente grazie all'autofinanziamento. Le fasi iniziali della start-up sono state finanziate dal team d'impresa ricorrendo esclusimente a mezzi propri provenienti da fondi personali o dalle prime vendite realizzte dalla start-up.

Break Even Point

Il Break Even Point o "punto di pareggio" di un'impresa o di un prodotto indica il livello di produzione o vendita in cui i ricavi pareggiano esattamente i costi. Sulle vendite realizzate dopo il raggiungimento del break even point, l'impresa realizzerà dei profitti.  

Business Angel

I Business Angels sono finanziatori che apportano all’azienda capitale di rischio per un certo numero di anni, comunemente dai 3 ai 5, esperienza/competenza di management e una rete di contatti. Divenendone soci di minoranza, partecipano alla gestione dell’impresa. Non si tratta di finanziamenti in forma di credito poiché non devono essere ripagati ad un data certa e non fruttano interessi al creditore.
I business angels intervengono per lo più quando le condizioni dell’azienda sono tali da impedire l’accesso al credito bancario o ad esempio perché si tratta di una start-up priva di bilanci pregressi o di aziende già avviate con indebitamento già elevato o di aziende a scarsa capitalizzazione.
L’investimento può essere fatto singolarmente (da 25.000 a 250.000 euro) o in gruppo con investimenti anche fino a 500.000 euro.
Esistono anche business angel prevalentemente di natura finanziaria, che investono nel capitale di rischio senza avere coinvolgimenti nell’attività di gestione strategica dell’azienda e limitandosi a ruoli di controllo.

Business Model

Ci sono numerose definizioni del concetto di modello di business. Tra le più usate, quella di A. Osterwalter (A. Osterwalder, Y. Pigneur, A. Smith (2010), Business Model Generation, auto-pubblicato) che definisce il business model come il modo in cui "un'azienda crea, fornisce e acquista valore". Il valore può essere economico, sociale o di altre forme ed è funzione dello scoppo dell'impresa. La definizione del modello di business è un'importante strumento per permettere al management dell'impresa di identificare e gestire le principali dinamiche interne ed esterne che influiscono sul business dell'azienda.

Ci sono numerose definizioni del concetto di modello di business. Tra le più usate, quella di A. Osterwalter (A. Osterwalder, Y. Pigneur, A. Smith (2010), Business Model Generation, auto-pubblicato) che definisce il business model come il modo in cui "un'azienda crea, fornisce e acquista valore". Il valore può essere economico, sociale o di altre forme ed è funzione dello scoppo dell'impresa. La definizione del modello di business è un'importante strumento per permettere al management dell'impresa di identificare e gestire le principali dinamiche interne ed esterne che influiscono sul business dell'azienda.
Ci sono numerose definizioni del concetto di modello di business. Tra le più usate, quella di A. Osterwalter (A. Osterwalder, Y. Pigneur, A. Smith (2010), Business Model Generation, auto-pubblicato) che definisce il business model come il modo in cui "un'azienda crea, fornisce e acquista valore". Il valore può essere economico, sociale o di altre forme ed è funzione dello scoppo dell'impresa. La definizione del modello di business è un'importante strumento per permettere al management dell'impresa di identificare e gestire le principali dinamiche interne ed esterne che influiscono sul business dell'azienda.

Business Plan

Il Business Plan è una sorta di “carta d’identità” dell’impresa che ne indica, in estrema sintesi, la mission, il modello di business, i prodotti e servizi, il mercato e il settore e gli aspetti economico-finanziari.

l Business Plan è una sorta di “carta d’identità” dell’impresa che ne indica, in estrema sintesi, la mission, il modello di business, i prodotti e servizi, il mercato e il settore e gli aspetti economico-finanziari.

Capitale di debito

Il capitale di debito prevede un indebitamento a breve, medio e lungo termine con soggetti terzi, con obbligo di rimborso, con modalità e tempi predefiniti in relazione alla tipologia di strumenti e agli accordi contrattuali. La remunerazione è determinata in base ad un tasso di interesse, fisso o variabile, pattuito contrattualmente.
Rientrano nel capitale di debito le seguenti tipologie:

  • finanziamenti bancari a breve
  • obbligazioni
  • mutui
  • leasing
  • factoring
  • altri finanziamenti a medio/lungo termine
  • finanziamenti agevolati/pubblici
  • altri finanziamenti (es. soci).

Capitale di rischio

Il capitale di rischio è conferito dal titolare della società e partecipa al rischio di impresa. E' una risorsa stabile, poiché non vi è obbligo di rimborso, è vincolato all’impresa per durata illimitata e non presenta obbligo formale di remunerazione
Il capitale di rischio si reperisce attraverso:

  • autofinanziamento
  • aumento di capitale sociale (vecchi soci e/o nuovi soci)
  • investitori privati (business angels)
  • investitori istituzionali (Private equity–Venture capital)
  • quotazione sul mercato.

A metà strada tra capitale di debito e capitale di rischio sono i prestiti partecipativi.

Corporate Investor

Il corporate investor è un tipo di investitore in capitale di rischio rappresentato da un'impresa che prende partecipazioni in altre imprese spesso del suo stesso settore di attività o di settori connessi al suo.

Coworking

Il coworking è uno stile lavorativo che coinvolge la condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un'attività indipendente. A differenza del tipico ambiente d'ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione. Attrae tipicamente professionisti che lavorano a casa, liberi professionisti o persone che viaggiano frequentemente e finiscono per lavorare in relativo isolamento.L'attività del coworking è il raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento. Alcuni spazi di coworking sono stati sviluppati da imprenditori di Internet nomadi alla ricerca di un'alternativa al lavorare nei bar e nei caffè, o all'isolamento in un ufficio proprio o a casa. Un sondaggio del 2007 mostrava che molti dipendenti si preoccupano della sensazione di essere isolati e di perdere l'interazione umana se dovessero telelavorare. Circa un terzo di lavoratori pubblici e privati del settore riferiva inoltre di non volere rimanere a casa durante il lavoro. Il coworking offre una soluzione al problema dell'isolamento, che tanti freelance sperimentavano lavorando in casa, mentre allo stesso tempo permette loro di sfuggire alle distrazioni dell'ambiente domestico.

l coworking non riguarda solo lo spazio fisico, ma inizialmente e soprattutto l'istituzione della comunità di coworking. I vantaggi del coworking possono ormai essere vissuti al di fuori degli spazi di coworking e viene raccomandato in genere di iniziare con la costruzione di una comunità di coworking prima di considerare l'apertura di uno spazio coworking. Tuttavia, alcuni spazi di coworking non costruiscono una comunità, ma costituiscono piuttosto una parte di una comunità già esistente, combinando la loro apertura con un evento che attiri il loro gruppo di riferimento.

Alcuni esempi di coworking in Emilia Romagna:

  • Bologna
  1. Essezeta Studio
  2. Kilowatt

  3. BAM - Work in progress

  4. Buonenuove Bologna

  5. AlmaCube

  6. Durante Venture

  7. Cobusiness

  8. Leggere Strutture

  9. Bostick

 

  • Piacenza
  1. Coopworking

 

  • Parma
  1. OnOff
  2. C LAB

 

  • Reggio Emilia
  1. The Hub

 

  • Rimini
  1. Cooweb

 

  • Ferrara
  1. Siprocube

 

  • Forlì-Cesena
  1. Studio Cupo
  2. Forlì Self Storage

 

Crowdfunding

Il crowdfunding è una modalità di raccolta fondi da un pubblico esteso (una folla). I finanziamenti possono essere di diversa natura - donazioni, prestiti, partecipazioni al capitale - e servire per sviluppare progetti di impresa, lanciare nuovi prodotti, finanziare progetti culturali o sociali ecc.
Generalmente, il crowdfunding si sviluppa attraverso piattaforme web specifiche e, proprio per le caratteristiche di innovazione, comunicazione e interazione con il pubblico che hanno le imprese creative, si presta bene a essere utilizzato come modalità alternativa di finanziamento. Gli stessi siti di crowdfunding organizzano i progetti in base ad ambiti (musica, teatro, design, arti visive, eventi, innovazione sociale …) che corrispondono molto spesso ai campi in cui operano le imprese culturali e creative.
A oggi esistono quattro diverse tipologie di crowdfunding:

  • reward- based crowdfunding, ovvero quando le persone che effettuano una donazione per un progetto ricevono in cambio una ricompensa o un premio, siano essi materiali (per esempio, il pre-ordine del prodotto non ancora sul mercato) o più intangibili (per es. un grazie sul sito web).Più dei 2/3 di tutte le piattaforme al mondo sono di questo tipo. Questo modello è usato da progettisti che vogliono raccogliere donazioni per un progetto specifico e possono dare premi o ricompense in cambio.
  • donation-based crowdfunding, ovvero quando le persone effettuano una donazione e, molto spesso, non ricevono niente in cambio. La donazione è effettuata per motivi principalmente filantropici e alla base vi è un forte coinvolgimento emotivo. Questo modello è usato per campagne di crowdfunding di carattere sociale.
  • lending-based crowdfunding, ovvero un sistema di micro-prestiti in cui il denaro è raccolto grazie ai contributi di un gruppo di persone e gestito da un intermediario, oppure il prestito tra privati. Il prestito peer-to-peer consiste in un gruppo di persone che presta piccole somme di denaro alla stessa persona o organizzazione. A questi due modelli si affianca il peer-to-business, microprestito a piccole imprese che permette a piccoli risparmiatori di prestare denaro a piccole e medie imprese o startup.
  • equity-based crowdfunding, ovvero la formazione di capitale attraverso l’acquisto di azioni di una società da parte della «folla», un processo quindi basato su azioni finanziarie. Nella legge italiana 221/2012 si introduce la possibilità di finanziare una startup tramite questa modalità di CF; al momento la CONSOB sta deliberando in merito alle normative da applicare a questo procedimento e soprattutto in merito alle caratteristiche che una piattaforma deve possedere per poter operare in quest'ambito. La prima bozza di regolamento è consultabile qui.

[Fonte: ebook CrowdFuture – The Future of Crowdfunding, 2012, a cura di Twintangibles, Nois3Lab, Dan Marom, Jason Best, Ciro Continisio, Daniele Ferrari, Ivana Pais.]

Elevator Pitch

La modalità più diffusa per presentarsi ad un potenziale investitore o ad una organizzazione è il cosiddetto "Elevator Pitch" (anche chiamato solo pitch). L'imprenditore ha a disposizione cinque minuti - il tempo imposto da una corsa in ascensore - per presentare la propria impresa in maniera sintetica ed efficiente. Molte organizzazioni, in Italia e all'estero, utilizzano questa modalità di presentazione in eventi dedicati alle start-up.

La modalità più diffusa per presentarsi ad un potenziale investitore o a un'organizzazione è il cosiddetto "Elevator Pitch". L'imprenditore ha a disposizione cinque minuti - il tempo imposto da una corsa in ascensore - per presentare la propria impresa in maniera sintetica ed efficiente, Molte organizzazioni, in Italia e all'estero, utilizzano questa modalità di presentazione.

Factoring

Si tratta di una forma di finanziamento a breve termine che permette all'azienda di cedere i crediti che essa vanta nei confronti dei propri clienti ad una società finanziaria specializzata (factor). Il factor si fa carico della gestione amministrativa dei crediti, dall'emissione dei mezzi di pagamento fino all'incasso.

Finanziamenti agevolati pubblici

Tra le forme di finanziamento alla start-up vanno considerate anche le opportunità rappresentate da strumenti di finanza agevolata, ovvero quelle forme di supporto finanziario gestite da soggetti pubblici in ambito comunitario, nazionale e locale, che normalmente offrono la possibilità, tramite la partecipazione a procedure di evidenza pubblica e previa presentazione di un progetto dedicato, di coprire parzialmente le spese di personale e i costi esterni sostenuti per la sua realizzazione.

Finanziamenti esterni

I finanziamenti esterni sono rappresentati da mezzi finanziari apportati a titolo temporale da soggetti che non fanno parte della società. La forma più importante è il credito bancario.
In base alla durata si distinguono in:

  • finanziamenti a breve termine (fino a 18 mesi), come le aperture di credito in conto/corrente;
  • finanziamenti a medio termine (da 18 mesi a 5 anni), come i prestiti obbligazionari (che possono anche superare i 5 anni);
  • finanziamenti a lungo termine (oltre 5 anni), come i mutui o i leasing.

Oltre al finanziamento di debito prestato da istituti bancari e analoghi, sono da annoverare tra le forme di finanziamento esterno anche gli apporti di capitale da parte di investitori esterni, ovvero gli investimenti nel capitale di rischio dell’impresa.
Questi investimenti possono essere effettuati da investitori informali – i cosiddetti business angels – e da investitori istituzionali, ovvero da operatori specializzati che gestiscono fondi di venture capital e che con l’apporto di capitale entrano a tutti gli effetti a far parte della compagine societaria e diventano dunque nuovi soci.
Rientrano tra i finanziamenti esterni:

  • Apertura di credito
  • Obbligazioni
  • Mutui e leasing
  • Factoring
  • Prestiti partecipativi
  • Business angel e venture capital
  • Finanziamenti agevolati pubblici

Finanziamenti interni

I finanziamenti interni sono risorse economiche personali apportate dal titolare o dai soci dell’impresa, anche grazie a contributi di parenti e amici. Il ricorso al denaro dei soci evita un eccessivo indebitamento bancario e consente di non mutare l’assetto della compagine societaria.
I versamenti in denaro da parte dei soci possono assumere la forma del versamento in conto capitale o del finanziamento dei soci.
Il versamento in conto capitale, essendo privo di scadenza, presenta, tra gli altri, il vantaggio di essere vincolato all’impresa per tutta la durata della sua vita e di non soggiacere ai tempi e alle garanzie delle istruttorie bancarie.
Il finanziamento dei soci, invece, è un debito che la società contrae nei confronti di uno o più soci che hanno prestato denaro. Questo prestito è limitato ad un arco temporale più o meno definito e deve essere rimborsato; non è soggetto al rischio d’impresa se non limitatamente: se l’impresa fallisce i soci creditori hanno diritto ad essere rimborsati soltanto dopo aver soddisfatto gli altri creditori. Il finanziamento dei soci può essere fruttifero di interessi o infruttifero.

Fundraising

Il fund raising è l’insieme delle attività di un soggetto collettivo volte a reperire le risorse economiche necessarie a raggiungere gli scopi che esso si propone, ovvero a rendere sostenibili le cause sociali da esso promosse. Si tratta di una attività strategica: il reperimento di risorse finanziarie è volto a garantire la sostenibilità di una organizzazione nel tempo e a promuovere il suo sviluppo costante. Ciò avviene esprimendo ed affermando, nel contempo, verso una molteplicità di interlocutori, la “verità sociale” dell’organizzazione stessa.
Il fund raising è anche una tecnologia, cioè un insieme di regole, teorie, concetti (e il nesso logico tra questi), necessari per individuare, prevenire e gestire i rischi di natura finanziaria e di altro genere connessi con la creazione e la gestione di una impresa sociale. Tale tecnologia ha una sua particolarità: quella di puntare a unire, in modo coerente, la cultura, la decisione di agire (agency), il programma d’azione di un dato soggetto collettivo, con il suo sistema di risorse.
Il fund raising, quindi, non è esclusivamente o principalmente una semplice pratica di raccolta fondi, ma piuttosto un approccio strategico alla progettazione della vita e dello sviluppo di una organizzazione.

 

Impresa

L'impresa

  • è un'attività economica: l'imprenditore deve operare sul mercato;
  • è un'attività svolta in maniera professionale: cioè in modo abituale o periodico, non occasionale;
  • è un'organizzazione: l'imprenditore deve gestire e coordinare le risorse umane, tecniche e finanziarie di cui dispone.

L'esercizio dell'attività d'impresa può essere effettuato con i seguenti tipi di forma giuridica:

  • Impresa individuale/familiare: fa capo ad una sola persona;
  • Società: due o più persone si accordano per gestire insieme un'attività economica allo scopo di dividerne gli utili.

Le società si distinguono in
Società di persone:

  • società semplice (SS)
  • società in nome collettivo (SNC)
  • società in accomandita semplice (SAS)

Società di capitali:

  • società a responsabilità limitata (SRL)
  • società a responsabilità limitata con unico socio (SRL uninominale)
  • società a responsabilità limitata semplificata (SRLS)
  • società a responsabilità limitata a capitale ridotto (SRLCR)
  • società per azioni (SPA)
  • società in accomandita per azioni (SAPA)


Le società di persone e le società di capitali si dicono anche lucrative in quanto hanno il fine di produrre lucro.

Ad esse si contrappongono le società cooperative che esercitano l'attività d'impresa perseguendo uno scopo mutualistico (cioè diverso dallo scopo di lucro). In relazione al tipo di attività svolta, a cui corrisponde una differente sezione per l'iscrizione nel Registro prefettizio, e talvolta una disciplina in parte speciale, le cooperative possono essere distinte in:

  • cooperative di consumo
  • cooperative di produzione e lavoro
  • cooperative agricole
  • cooperative edilizie
  • cooperative di trasporto
  • cooperative di pesca
  • cooperative sociali
  • cooperative miste in cui vengono iscritte le cooperative che svolgono più di una delle attività indicate sopra.


[Fonte: Studio Dott. Francesco Capizzi e Camera di Commercio di Trieste]

 

Impresa culturale e creativa (ICC)

Di economia creativa si è iniziato a parlare negli anni Novanta, quando si sono diffusi i primi studi che riconoscevano l'importanza di quei settori economici caratterizzati principalmente dall'apporto di risorse umane, dall'innovazione e dalle capacità tecnico-artistiche degli operatori.
Motore di questo settore è la compagine delle industrie culturali e creative, una fetta importante e soprattutto in continua espansione dell'economia globale che comprende non solo le aree artistiche tradizionali (arti visive, arti performative, letteratura, musica) ma anche design, moda, artigianato, intrattenimento, industria del gusto …
Proprio la multidisciplinarietà intrinseca al concetto di creatività ha fatto sì che, ancora oggi, non esista una definizione univoca per le industrie culturali e creative, nonostante la notevole letteratura in merito.

Per approfondire puoi leggere qui la voce completa.

Incubatore d'impresa

L’incubatore d’impresa è una struttura di supporto allo sviluppo dell'impresa. I servizi che offre (formazione, consulenza specialistica, contributi finanziari, networking ecc.) hanno lo scopo di sostenere le imprese durante la fase di avvio (start-up) e di ingresso sul mercato.
La varietà intrinseca delle imprese culturali e creative, la molteplicità di attori coinvolti nel loro sviluppo e le peculiarità del settore hanno portato alla creazione di specifici incubatori “creativi”, caratterizzati dall'uso innovativo delle metodologie  tradizionali di supporto all'impresa. Per un elenco dei principali incubatori creativi in Italia e all'estero ti invitiamo a consultare la sezione dedicata dell'area Link Utili.

Mutui e leasing

Solitamente si ricorre a mutui e leasing quando ci si appresta a realizzare un importante investimento di tipo “produttivo”, non per saldare altri debiti o per effettuare acquisti correnti.
Il finanziamento bancario è pari comunemente al 75% del valore del bene per l’acquisto di attrezzature e impianti, al 70% del valore del bene se si tratta di acquisto di immobili, non supera il 50% del valore del bene se è un immobile in costruzione. L’erogazione avviene o in un'unica soluzione anticipata o per stato avanzamento lavori.
Per tali prestiti sono necessarie garanzie (anche personali) che consentono alla banca di recuperare le somme prestate nel caso di insolvenza da parte del debitore.
Il leasing consente ad una impresa di locare un bene, mobile o immobile, per un determinato numero di anni da una società – la società di leasing appunto - che lo acquista per conto dell’impresa locataria. Alla scadenza del contratto di locazione la locataria può scegliere se acquistare il bene pagando la differenza, restituire il bene o prorogare il termine del contratto di locazione. Il leasing consente di ottenere diversi vantaggi sotto diversi profili: fiscale attraverso la deduzione dei canoni; per rapidità  rispetto al credito bancario a medio lungo termine; perché evita l’obsolescenza dei beni utilizzati, ne finanzia l’intero valore dei beni, migliora la performance finanziaria non richiedendo ingenti quantitativi di denaro da utilizzare in un'unica soluzione, non prevede la concessione di garanzie reali e pertanto non intacca le eventuali proprietà aziendali.

Obbligazioni

Sono titoli di debito emessi da società di capitali per ottenere un prestito dagli obbligazionisti senza ricorrere a finanziamenti bancari. Rappresentano pertanto prestiti che gli obbligazionisti fanno alle società.

Prestiti partecipativi

I prestiti partecipativi sono un particolare tipo di finanziamento a medio-lungo termine (tra 5 e 10 anni più una fase di pre-ammortamento) che assicura all'impresa l'apporto di liquidità per fare nuovi investimenti e migliorare l'aspetto patrimoniale della società. E' particolarmente idoneo per finanziare programmi di sviluppo, ammodernamento, innovazione o ristrutturazione.
Rappresenta tipicamente una forma di capitale per lo sviluppo. Il prestito partecipativo è usufruibile anche dalle società di persone che però intendono trasformarsi in società di capitale proprio grazie ad esso.
Nei prestiti partecipativi si ha un rapporto trilaterale: banca, società e soci terzi obbligati. La società finanziata si obbliga a corrispondere alla banca, alle scadenze, il rimborso delle rate del finanziamento e i soci, a loro volta, si impegnano con la società a fornirle, a scadenze prestabilite, le somme necessarie per rimborsare le rate.
Si pongono in tal modo le premesse di un aumento del capitale sociale con versamenti effettuati man mano che avviene il rimborso del prestito.

Private Equity

Il private equity è un'attività finanziaria che vede un investitore istituzionale, ad esempio un fondo di venture capital, rilevare quote di un'impresa sottoscrivendo partecipazioni al capitale azionario. Gli opertori di private equity acquiscono quote per un arco temporale medio – lungo, in aziende dotate di un progetto e di un potenziale di sviluppo. Private Equity è tradotto in italiano dal termine “Investimento Istituzionale nel Capitale di Rischio”.

(Effetto) Spillover

L'effetto spillover è una esternalità con conseguenze positive che spesso consistono nella trasmissione di competenze specifiche tra realtà differenti. Per quanto riguarda il settore delle ICC, il tema dell'effetto spillover è tra i più significativi; le imprese e professioni culturali e creative sono, per loro natura, inter-disciplinari e combinano cultura, creatività ed economia. L'iniezione di creatività in un sistema economico permette la diffusione di innovazione e competenze e aumenta le potenzialità di sviluppo; allo stesso tempo, i settori economici tradizionali possono fornire alle imprese culturali e creative quegli strumenti di management e gestione aziendale necessari al loro completo sviluppo.
Nel febbraio 2013 la Commissione Europea ha approvato Creative SpIN – Creative Spillovers for Innovation, un progetto del programma europeo URBACT della durata di tre anni (2012-2015) promosso per creare strumenti e metodi che stimolino l'innovazione e la creatività in imprese e in altre organizzazioni pubbliche e private. Il suo principale obiettivo è proprio quello di favorire l'interazione tra le industrie culturali e creative e altri settori economici e sociali in modo da stimolare effetti spillover. Creative SpIN è coordinato da Philippe Kern, fondatore e direttore di KEA – European Affairs (Brussels), il principale ente europeo di ricerca e consulenza strategica in materia di industrie culturali e creative. Avente come capofila la città di Birmingham (Regno Unito), Creative SpIN include tra gli altri partner le città di Mons (Francia), Wroclaw (Polonia), Rotterdam (Olanda), Siviglia (Spagna),  Kortrijk (Belgio), Essen (Germania), Kosice (Slovacchia), Tallin (Estonia) e Obidos (Portogallo). Partner per l'Italia è la città di Bologna, in procinto di attivare un Gruppo Locale di Supporto per coordinare le iniziative orientate soprattutto  verso il tema degli skill necessari ai creativi per inserirsi nell'economia attuale.

[Fonte: Policy handbook on how to strategically use the EU support programmes to foster the potential of culture for local, regional and national development and the spill-over effects on the wider economy, European Agenda for Culture, Work Plan for Culture 2011-2014, Brussels 2012]

Spin-Off

Con il termine spin off si indica quella modalità di nascita di una nuova impresa in cui sono coinvolte risorse umane che si distaccano da una determinata organizzazione. Si crea, quindi, un nuovo spin off ogni volta che soggetti, impegnati in contesti industriali, accademici o istituzionali, danno vita ad una iniziativa imprenditoriale, valorizzando le esperienze professionali e il know how maturato.

Startup

Con il termine startup si identifica l'operazione e il periodo durante il quale si avvia un'impresa. Si tratta di solito di imprese appena costituite, nelle quali vi sono ancora processi organizzativi in corso. Nella fase di startup possono avvenire operazioni di acquisizione delle risorse tecniche correnti, di definizione delle gerarchie e dei metodi di produzione, di ricerca di personale, di attività per l’accesso al mercato.

 

Startup innovativa

Il 19 dicembre 2012 è entrata in vigore la legge n. 221/2012 di conversione del Dl 179/2012, chiamato anche Decreto Legge Crescita 2.0, la Sezione IX è dedicata ad una nuova tipologia di imprese: la startup innovativa.
In favore della startup innovativa sono previste una serie di esenzioni ai fini della costituzione ed iscrizione dell'impresa nel Registro delle Imprese, agevolazioni fiscali, nonché deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro nell'impresa. Condizione fondamentale per poter beneficiare di tali vantaggi è che le imprese vengano iscritte nell'apposita sezione speciale del Registro delle Imprese riservata alle start up innovative.

Per approfondire puoi leggere qui la voce completa.

Venture Capitalist

I Venture Capitalist sono investitori nel capitale di rischio di società con forte potenziale di crescita. Oltre all'aporto di capitali, danno anche valore aggiunto alle società investite sotto forma di consulenza direzionale e strategica. Effettuano investimenti maggiori dei business angel e di durata anche più lunga. Proprio per il fattore rischio, l’investitore dedica tempo e risorse al controllo dell'investimento effettuato.
La decisione, da parte di un business angel o di un venture capitalist, se investire o meno in una start-up dipende da numerosi elementi: la cultura organizzativa dei proponenti, i loro curricula e competenze, la capacità di comunicazione interna e di prendere decisioni, il sistema organizzativo, oltre che, ovviamente, le previsioni di mercato.