Il tema dell’internazionalizzazione è sempre più sentito dalle startup: su questa pagina si possono trovare spunti e raccomandazioni utili sia a chi intende andare all’estero sia a chi ha già iniziato questo percorso.
ART-ER e Regione Emilia-Romagna promuovono ogni anno la partecipazione a manifestazioni, a scambi con delegazioni estere così come incontri bilaterali con imprese ed altri operatori internazionali.
ART-ER da anche voce alle startup che hanno esperienza su mercati internazionali. Vi proponiamo di trarre ispirazione dai partecipanti alla nostra Webinar Series: 5 startup e 4 beneficiari del programma Erasmus per giovani imprenditori raccontano la loro esperienza. Questi webinar sono andati live sui social tra aprile e maggio 2021 e sono disponibili su EmiliaRomagnaStartUp per essere visti e rivisti!
Vuoi portare la tua startup all'estero?
ART-ER ha creato la Community di startup innovative emiliano-romagnole interessate a ricevere informazioni e ad essere eventualmente coinvolte in iniziative relative ad opportunità in ambito internazionale.
In questo video, ti spieghiamo come funziona la community
Le startup possono manifestare interesse gratuitamente tramite questo link.
Internazionalizzare: perchè e come
Otto sono le ragioni principali: Non c’è ovviamente limite, può stupire ad esempio il successo dei FMPack di Varese che esporta il 95% della sua produzione di dispenser per nastro adesivo da pacco. Certamente ci sono alcuni fattori che determinano una facilità di esportazione. Quello probabilmente limitante è la qualità: è molto più facile esportare prodotti di “lusso”, in tutti i sensi, che non prodotti poveri o di profilo basso. Questo perché il made in Italy richiama immediatamente il concetto di eccellenza. I settori che in questi anni hanno mostrato una maggiore facilità di esportazione sono: Sicuramente è importante che il prodotto che si intende esportare sia di una qualità intrinseca e percepita superiore. È molto difficile cercare di esportare prodotti in concorrenza di prezzo con produttori locali o dei paesi a basso costo di manodopera come la Cina ad esempio. Il punto chiave è la “qualità percepita”. Per chi comincia. L’elemento fondamentale è quello di avere una strategia che non sia basata sul proprio prodotto. Bisogna trovare una risposta sensata alla domanda: per quale ragione un potenziale cliente nel paese dove voglio esportare deve comperare il mio prodotto invece che un prodotto già presente nel suo mercato? Risposta sensata vuol dire la risposta che darebbe questo cliente nel momento in cui si trovasse a dover scegliere tra diversi prodotti. Ciò comporta avere una strategia e un piano d’azione molto chiari che richiedono, spesso,la revisione della propria struttura aziendale e dell’approccio al mercato. Andare all’estero non è una missione impossibile, ma non è neanche turismo. Per chi ha già esperienza. Un suggerimento per chi ha già avviato un'attività di export è quello di considerare che i prodotti che possono far ottenere il successo all’estero possono essere molto diversi da quelli che lo ottengono in patria. Ogni mercato può richiedere una personalizzazione che non deve snaturare il prodotto, ma neppure avere la pretesa di forzare la cultura locale. Un secondo spunto è che la presenza all’estero aumenta… essendoci. Molto difficile crescere in altri paesi senza mai muoversi da casa. Per chi comincia. I passaggi suggeriti sono: Per fare il tutto cercare partner affidabili in grado di guidare il processo con sicurezza e rapidità. Per chi ha già esperienza. Se avete già esperienza in mercati esteri, il punto di partenza non può essere che uno: studiare ciò che è accaduto per capire che cosa ha funzionato e che cosa non ha funzionato e soprattutto perché. Mappare stato per stato i fattori determinanti del piano di sviluppo e capire in quale modo hanno contribuito al successo o all’insuccesso. I fattori da considerare sono almeno i seguenti: A questi fattori possono esserne aggiunti altri dipendenti dalla tipologia del proprio prodotto e del paese di destinazione Per chi comincia. Andare all’estero non richiede investimenti elevati ma non è neppure gratuito. Le voci da considerare sono le seguenti: Una stima sensata richiede un investimento iniziale minimo intorno agli 8-10.000 €, se si conteggiano anche più viaggi e la presenza ad una fiera o evento sul posto la cifra minima può raggiungere i 20.000 €. Ovviamente da qui a salire. Per chi ha già esperienza. Probabilmente avete già stabilito una vostra base operativa, virtuale o diretta, in altri paesi, e state considerando come consolidare la vostra presenza in quel paese o allargare l’espansione in altri. Nel secondo caso avete già un'idea dei vostri costi, nel primo caso starete considerando l’ipotesi dell’apertura di una filiale o ufficio sul posto, con l’assunzione –in varie forme- di un collaboratore anche part-time. Diventa complesso stimare il costo in quanto dipende molto da paese a paese. In questo caso ICE o consulenti locali possono essere d’aiuto. Una stima ragionevole può essere quella di considerare un livello minimo intorno ai 40.000 € compresi i vostri viaggi in loco per l’apertura della filiale. Per chi comincia. Il punto chiave è prendere coscienza delle vostre competenze e delle inevitabili carenze. Non è un demerito non riuscire a controllare tutto. Ad ognuno il suo mestiere e la sua competenza. Le aree che generalmente possono richiedere la collaborazione con esperti in possesso di competenze specifiche sono le seguenti: Scegliete valutando l’autorevolezza e la competenza per ogni specifica area, chiedete bene quale sia il valore che il potenziale collaboratore/consulente pensa di potervi dare, fatevi dare referenze, fate qualche domanda e verificate sia la disponibilità sia la validità di quello che avete ottenuto in risposta. Per chi ha già esperienza. Probabilmente avete già trovato chi vi è stato utile per superare le difficoltà citate sopra e siete in cerca di qualcuno capace di aiutarvi a penetrare maggiormente il mercato. In questo caso i consigli che si possono dare sono i seguenti: Per chi comincia. Brand è promessa di prestazione, è garanzia di una affidabilità costante. Chiarito questo appare evidente perché sia necessario innanzitutto affermare il brand, cioè la propria promessa di valore e di differenza. Per quale ragione un cliente di un paese straniero, diciamo canadese per fare un esempio, deve comperare un prodotto che viene dall’Italia quando potrebbe acquistare un prodotto analogo –o presunto tale- di un suo conterraneo o comunque già presente nel suo mercato? L’unica ragione è che ne percepisca l’unicità, il valore, la capacità di essere indubbiamente migliore degli altri nel fornire la soluzione che sta cercando. Come farà a capirlo se non glielo comunico e se non mi rendo affidabile, autorevole ai suoi occhi? Ecco perché costruire un solido fondamento è la parte essenziale per poter vendere all’estero. Per chi ha già esperienza. Vi sarete sicuramente già resi conto che la difficoltà più grande è quella di superare la concorrenza e di avere accesso ai canali distributivi o ai clienti più interessanti. Riuscire a sedersi davanti a chi volete è l’obiettivo che state inseguendo. Tanto più la vostra fama vi precede, tanto più sarà facile raggiungere questo risultato. Quindi, come avrete già concluso, è una questione di brand, di autorevolezza, di costruzione della fiducia. Il punto importante a questo punto è: come rafforzare il brand? Per aiutare a delineare una strategia più che fare affermazioni è utile suggerire stimoli di riflessione: Per chi comincia. Per capire da dove iniziare bisogna iniziare a cercare il paese che: Il primo passo è quello di individuare il profilo dei clienti ideale per il vostro prodotto. Poi cercare quali siano i paesi del mondo che presentano una concentrazione maggiore di questi clienti e valutare una serie di parametri per definire le priorità. I parametri da prendere in esame sono i seguenti: Così vi sarà possibile definire una scaletta di priorità. Per chi ha già esperienza. State cercando nuove destinazioni e un dettaglio maggiore rispetto a quello espresso qui sopra. Ecco alcuni elementi per una analisi ancora più sofisticata e dettagliata, ad esempio: Oggi nessuno può più permettersi di sprecare denaro, specie le aziende che comperano da altre aziende. Il punto essenziale è così descrivibile: le aziende non “spendono” più, bensì investono. Può sembrare un gioco di parole, ma in realtà nasconde un cambio di mentalità fondamentale. Le aziende oggi spendono solo se pensano che l’esborso permetterà loro di ottenere un ritorno maggiore o perché li aiuterà a vendere di più o a ridurre gli sprechi. Per cercare nuovi clienti devo partire da qui: in quale modo il mio prodotto diventa soluzione per i potenziali clienti esteri? In che modo li aiuta a raggiungere un obiettivo? Una volta trovata la risposta la domanda seguente è: dove trovo questi clienti? E “dove” non ha un significato SOLO geografico, ma anche logico: qual è l’ambito, l’ambiente virtuale o reale dove posso incontrare persone e aziende che hanno questo problema e che lo devono risolvere? Questo è il primo tassello per: Chi ha già esperienza infatti può beneficiare dall’analisi delle vendite del prodotto all’estero per trovare nuove strade, nuove applicazioni, nuovi mercati ai quali rivolgersi sfruttando l’esperienza dei propri clienti. Per chi comincia. La regola base è che: La prima scelta da fare è se sia più conveniente cercare un importatore/distributore e affidare tutto a lui o cercare uno per uno i clienti da contattare? Devo quindi capire quanti sono i passaggi tra me e il cliente e capire fin dove voglio arrivare: un conto è vendere prodotti per milioni di consumatori finali attraverso il canale retail, un altro è vendere una tecnologia sofisticata direttamente a decine di aziende. Detto questo devo cercare canali distributivi che si rivolgano alla medesima fascia di mercato, al medesimo segmento che ho individuato come target. Per chi ha già esperienza. la scelta davanti alla quale mi trovo può essere di due tipi: Trovare risposte ad entrambe le domande richiede uno studio dettagliato del paese in esame e la definizione di un budget. Potrei decidere di aprire una filiale, o dotarmi di una forza vendita propria, o cercare un partner con il quale entrare in società. Potrei dover decidere di produrre sul posto aprendo quindi una fabbrica e non solo un ufficio commerciale. Lo studio di quanto è già accaduto diventa fondamentale. Per chi comincia. Per calcolare il prezzo minimo devo calcolare: Inoltre devo tenere conto di tutti gli anelli presenti nella catena distributiva tra me e il cliente finale, e del moltiplicatore che ogni anello applica al suo prezzo di acquisto. In questo modo ottengo il prezzo minimo di vendita al cliente finale e posso farmi una idea sulla mia competitività rispetto ai concorrenti esistenti in quel mercato. Il caso della vendita di software è ovviamente diverso, in quanto non devo sostenere spese di spedizione né, se vendo direttamente al cliente finale senza intermediari, moltiplicatori applicati da intermediari della catena. È da verificare paese per paese se esistano o no dazi o comunque tasse da considerare o se, come nel caso dei servizi, non siano contemplate queste forme di barriere all’importazione. Il prezzo in questo caso va valutato tenendo conto di due fattori: Per chi ha già esperienza. Ci sono altri fattori da tenere in conto per un affinamento ulteriore del prezzo minimo di vendita, in parte spalmabili sui volumi che penso di poter esportare in quel paese, in parte oggetto di trattative specie nel caso di vendite di tecnologia o macchinari in un contesto B2B. Ad esempio: le spese di promozione e pubblicità, attività ed eventi di promozione, i viaggi che dovrò effettuare nel paese per contatti anche periodici e ripetuti, spese per imballaggi speciali, spese di traduzione, spese di etichettatura. Nel caso di vendita diretta le traduzioni di tutti i manuali, la formazione degli operatori del cliente, la manutenzione in garanzia sono voci che possono avere un impatto nei miei costi e che possono essere oggetto di valutazione del prezzo e di negoziazione. Le fiere sono uno strumento molto utile per iniziare a lavorare in un nuovo paese e per iniziare a farsi conoscere, ciò che fa la differenza è il modo con cui partecipo alla fiera e che uso faccio dell’esperienza fieristica. La fiera oggi non è più, come anni fa, il luogo nel quale si fanno affari, ma il luogo dove si stabiliscono connessioni e si conquistano relazioni. Vanno preparate con cura sia nella fase di costruzione del messaggio che si vuole trasmettere attraverso la propria presenza, sia per essere pronti a gestire il post-fiera. Un elemento importante è di non attendere nello stand i visitatori, ma attivarsi settimane prima dell’evento per invitare potenziali clienti con una campagna di marketing ben orchestrata. Di seguito qualche suggerimento chiave: Per chi comincia: Per chi ha già esperienza. Per chi comincia. Ovviamente sì! Oggi senza sito web è impensabile qualunque tipo di attività. Provate a considerare quello che fate: appena possibile cercate in rete informazioni sul ristorante, il consulente, l’hotel, il fornitore, il partner. Così gli altri fanno con voi. Il sito non deve essere una vetrina, non serve: non deve raccontare quanto siete belli e buoni e bravi, ma quanto siete utili ai vostri clienti. Deve essere progettato per dare soluzioni, per affermare, attraverso i fatti, la vostra autorevolezza e confermare la vostra affidabilità. Non deve essere un catalogo di prodotti, ma una raccolta di contenuti che fanno venire voglia a chi ci capita sopra di incontrarvi. E deve avere un linguaggio che catturi, quindi dimenticatevi “primaria azienda innovativa e dinamica”, “ottima qualità”, “eccellente rapporto prestazione/prezzo” e banalità del genere. O riuscite a spiegare perché siete diversi dagli altri dando delle risposte ai clienti, o è meglio rinunciare. Per questo dovete affidarvi ad almeno due tipologie di consulenti: un partner di marketing che vi progetterà il sito partendo dai contenuti e dal vostro mercato, e un informatico che svilupperà la parte tecnica. L’errore è di affidarsi solo ai secondi, che non sempre hanno le competenze per concepire i contenuti in una forma adatta al mercato target. Per chi ha già esperienza. Il sito va cambiato ogni 2-3 anni, la grafica si evolve, i gusti anche, avete novità da inserire nella vostra presentazione. Pensate sempre a come dare un servizio migliore ai vostri clienti. Rendetelo un mondo che sa parlare a chi vi cerca, arricchitelo con video, referenze, foto. E soprattutto inseritelo in una strategia di web-marketing. Un sito abbandonato a se stesso trascina l’azienda nel baratro. Per chi comincia. Ci sono alcuni passi essenziali da comprendere per promuoversi in rete che possiamo riassumere in tre grandi aree: Un avvertimento importante: non c’è niente di più triste e disincentivante di un blog o di un sito con notizie obsolete. L’impressione che lasciate è molto negativa: se aprite un blog, se inserite una colonna news nel sito, dovete aggiornarlo, altrimenti è meglio non cominciare neanche. Consiglio che vale anche per la presenza sui social media. Per chi ha già esperienza. La rete offre infinite soluzioni e ogni giorno mette a disposizione nuove occasioni per interagire con il pubblico potenziale. La vostra strategia di presenza sui social media quando è stata rivista l’ultima volta? Avete analizzato i dati? State cercando di capire come migliorare la vostra capacità di “engagement”? Alcuni suggerimenti possono essere questi: Per chi comincia. La risposta più semplice è quella di rivolgersi ad un esperto del settore, perché la complessità dell’argomento è davvero alta. Al di fuori della Comunità Europea ogni stato ha le sue proprie norme e discipline ed è impossibile essere a conoscenza di tutto. Non è un tema da sottovalutare, si rischiano cause e perdite tali da affondare l’azienda. A chi ci si può rivolgere? Tra le possibilità da prendere in esame l’ICE-ITA, le camere di commercio locali, o quelle italiane nel paese di destinazione, la propria associazione di categoria. Chiedere anche alla propria banca, la quale, specie se ha propensione per l’internazionalizzazione, può disporre di consulenti in grado di dare risposte appropriate. Per chi ha già esperienza. Se state puntando su un paese in particolare e state pensando di sviluppare maggiormente la vostra presenza in quel mercato, prima di capire come strutturarvi vale la pena consultare chi conosca bene la legislazione del lavoro nel paese per evitare di incorrere in pericoli che possono mettere a repentaglio la vostra impresa. La tabella che viene riportata qui sotto riassume le informazioni da raccogliere per pianificare la propria azione all’estero e permette di sintetizzare lo scenario strategico che ogni impresa deve avere disegnato prima di muoversi: Con sempre crescente frequenza svariate istituzioni propongono attività di supporto e finanziamento, specie per startup, per impostare una attività di internazionalizzazione. Possono essere finanziate, anche a fondo perduto, partecipazione a fiere, studi di settore, consulenze, viaggi e missioni e così via. Un altro modo per sostenere le imprese che vogliono provare la strada dell’export consiste in missioni organizzate da Enti che permettono contatti con potenziali clienti esteri, sia con attività di incoming –visite sul posto- sia con viaggi all’estero. È perciò bene visitare con frequenza, iscrivendosi alle newsletter, i siti nazionali e locali di: Altri soggetti particolarmente indicati per le startup sono gli incubatori e acceleratori: conoscono le dinamiche delle startup e sono ben inseriti negli ecosistemi locali. Possono procurare spazi e contatti chiave per iniziare un’attività all’estero. Nella sezione contatti è indicata la principale associazione europea. Link Utili: La Silicon Valley è il centro nevralgico dell’ecosistema mondiale di startup e innovazione dove si raccolgono la maggioranza delle opportunità di raccolta di investimenti, ricerca partner strategici e contatti commerciali. Tante startup nate e costituite in Emilia-Romagna ogni anno partono per la Silicon Valley alla ricerca di finanziamenti e nuove opportunità. Nel 2015, la Regione Emilia-Romagna ha deciso – unica regione italiana – di avviare un Innovatio Hub in Silicon Valley gestito da ART-ER. Ogni anno, l'hub realizza attività e programmi per start-up, PMI e altri attori dell'ecosistema emiliano-romagnolo che possono entrare in contatto con investitori, corporate, acceleratori e altri soggetti dell'ecosistema dell'innovazione della Silicon Valley. Per informazioni: https://www.emiliaromagnainsiliconvalley.it/ ART-ER è organizzazione intermediaria di Erasmus per Giovani Imprenditori, il programma di scambio finanziato dalla Commissione Europea e al quale partecipano i 27 Paesi dell’Unione. Il programma offre l’opportunità di fare esperienze d'impresa in aziende di altri Paesi europei, stimolando l’internazionalizzazione delle PMI e la creazione di startup grazie al trasferimento di conoscenze tra realtà nuove o aspiranti tali e realtà già consolidate. Per informazioni: https://www.emiliaromagnastartup.it/it/innovative-creative/bandi/erasmus-giovani-imprenditori-open-eye ART-ER è membro del consorzio SIMPLER (Support Services to IMProve innovation and competitiveness of businesses in Lombardia and Emilia-Romagna), che opera nell’ambito dell’Enterprise Europe Network, fornendo servizi per l’innovazione e l'internazionalizzazione delle PMI. Tra I servizi: Ricerca partner, Brokerage events, Company missions, Informazioni e assistenza sui finanziamenti , Visite aziendali. Per informazioni: http://www.emiliaromagnastartup.it/innovative/soggetti/simpler ART-ER è anche membro di EBN - European Business Network che conta una rete di circa 250 incubatori e organizzazioni che supportano lo sviluppo di startup innovative sia a llivello europeo sia internazionale (recentemente sono stati aperti gli Hub di Cina, India e Canada). Tra i servizi dei soci EBN, si segnalano i servizi di softlanding per startup straniere. Per accedere alla rete EBN, è necessario contattare ART-ER. Alcuni tra i blog più autorevoli in ambito internazionale: In Linkedin sono presenti molto gruppi di discussione sul tema export, tra cui ad esempio:Perché andare all’estero?
Quali prodotti hanno più successo nell’export?
Che cosa è indispensabile considerare per andare all’estero?
Come organizzare una strategia di successo?
Quale budget devo considerare per poter esportare?
Come scegliere partner e collaboratori lungo tutto il processo
Perché è importante partire dal brand?
Come scegliere le destinazioni?
Come ricercare clienti nuovi all’estero, in generale?
Come scegliere i canali di distribuzione?
Quali fattori devo valutare per calcolare il prezzo nel paese destinazione?
È utile partecipare alle fiere?
Serve un sito web? Come va fatto? Come e con chi realizzarlo?
Come posso promuovermi in rete?
Proteggere i proprio prodotto: analisi di contratti, leggi, normative. Che cosa fare, dove cercare risposte.
Come posso schematizzare il lavoro da fare?
Mercato Valore che la nostra soluzione trasmette
Segmentazione dei clienti e descrizione delle tipologie
Volume del mercato di nostro interesse (in termini di fatturato e di potenziali clienti)
Trend del mercato (crescita/diminuzione)
Distribuzione geografica nel paese
Canali distributivi utilizzati attualmente
Prezzo di mercatoConcorrenza Quali concorrenti presenti
Di quali nazioni
Da quanto tempo
Con quali soluzioni
Con quali differenze
Quote di mercatoBarriere/facilitazioni Dazi doganali
Normative e legislazione
Controlli di qualità
Embarghi, blocchi, divieti
Tipologie contrattuali e responsabilità (liability)
Black list e normative nazionali o internazionali contro il commercio con quel paese
Finanziamenti, mutui, sovvenzioni, facilitazioni economicheLogistica Costi di spedizione
Tempi di spedizioni/consegna richiesti
Porti/Aeroporti di destinazionebrartenza
Assicurazione per le merciChi può aiutarmi per capire un mercato straniero e facilitare i primi passi in una nazione nuova?
ART-ER per l’internazionalizzazione delle startup
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